La tradizione fa risalire la costruzione della
basilica alla fine del V sec., in particolare al periodo del pontificato di Gelasio
(492-496). La basilica fu costruita nei pressi della Porta Latina, una delle 16 porte che
si aprivano nelle Mura Aureliane, il luogo in cui, stando a Tertulliano, l'evangelista
Giovanni aveva subito il martirio dell'immersione in una caldaia di olio bollente (dalla
quale, comunque, era uscito indenne). La basilica, restaurata nel sec. VIII ad opera di Adriano I, fu oggetto di un parziale rifacimento alla fine del sec. XII e fu riconsacrata da Celestino III nel 1190. |
Per circa quattro o cinquecento anni la vita della basilica continuo' nella sua forma austera fino a quando, tra il sec. XVI ed il XVII l'edificio subi' un ulteriore ammodernamento baroccheggiante che ne stravolse la primitiva semplicita'.
Passarono cosi' altri quattro secoli, fino a quando (finalmente !) giunsero a San Giovanni a Porta Latina i Padri Rosminiani che nel 1938, stabilitisi nella basilica e nell'edificio adiacente, ove apersero il Collegio Missionario "Antonio Rosmini", avviarono un intervento di restauro totale, realizzato tra il 1940 ed il 1941.
Il portico fu completamente ripristinato demolendo le stanze costruitevi sopra, abbattendo le murature che ne riempivano le arcate, abbassando il livello del pavimento in modo da liberare le colonne fino alla base che era interrata per oltre 60 cm. Furono riaperte le tre finestre della facciata; venne restaurato il campanile con lo svuotamento delle eleganti trifore; furono eliminati tutti gli orpelli barocchi che avevano per tanto tempo appesantito l'atmosfera semplice ma suggestiva dell'interno della basilica. |
La piazzetta antistante il portico, un'area che prima del sec. V faceva parte con ogni probabilita' di un recinto con portico appartenente ad una chiesa paleocristiana, oltre ad un cedro centenario ospita un pozzo, che si fa risalire al tempo di Adriano I (sec. VIII), ornato da una rozza decorazione formata da due serie sovrapposte di racemi. Di epoca certamente posteriore e' invece l'iscrizione latina che gira tutto intorno all'orlo del pozzo e che riproduce quasi per intero la formula battesimale : IN NOMINE PAT ET FILII ET SPI [RITUS SANT] I e le parole del profeta Isaia : OMNS SITIE [ NTES VENITE AD AQUAS ]. Non manca infine la firma dell'incisore : EGO STEFANUS.
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L'interno della basilica, diviso in tre navate da due file di cinque colonne ciascuna di marmo diverso, come abbiamo detto, ha recuperato il suo nitore originario grazie ai radicali interventi di restauro realizzati dai Padri Rosminiani e mostra oggi un impianto analogo, con ogni probabilita', a quello che doveva avere nel sec.VIII. L'unica differenza di rilievo e' data dal livello del pavimento, oggi corrispondente ai lavori del sec. XII (il pavimento del sec. VIII si trova a 15-20 cm. circa mentre quello del sec. V a 48 cm. sotto il pavimento attuale). |
Tra i piu' significativi interventi attuati vi e' comunque la riapertura delle tre grandi finestre dell'abside. Queste finestre a tutto sesto, chiuse da lastre in onice giallo-miele, diffondono una luce dorata che conferisce una suggestione particolare al Crocifisso ligneo con Madonna e S.Giovanni che sovrasta l'altare, di austera e lineare bellezza. |
Di grande importanza sono, infine, gli affreschi medioevali riportati alla luce nel corso dei restauri effettuati nel corso di questo secolo. La navata centrale e' decorata da una serie di circa 50 figurazioni che rappresentano fatti dell'Antico e del Nuovo Testamento : dalla creazione del mondo alla gloria apocalittica della nuova Gerusalemme.
Sopra la porta di ingresso, il giudizio universale.
Note : questa pagina e' stata preparata utilizzando estensivamente le informazioni contenute nel fascicolo elaborato dal Collegio Missionario "Antonio Rosmini" che ne e' titolare. Desidero esprimere un ringraziamento particolare a Don Franco Costaraoss, Rettore della Basilica e del Collegio.
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